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Come vendere vino senza parlare degli aromi

L’altra sera mi sono aperta una bottiglia di Tai Rosso, un vitigno della mia amata provincia di  Vicenza.
Mi sono ritrovata a pensare a quante volte ho descritto questo vino in giro per il mondo.

All’inizio usavo i soliti descrittori imparati nei vari corsi AIS, ONAV, WSET.

Osservavo gli occhi di chi mi ascoltava e sapete cosa vedevo? Quegli occhi erano pieni di ammirazione, ma non per il vino, ma erano per me, dalla capacità di trovare così tanti aromi in un calice.

E lì ho capito. Non si innamoravano del vino ma dell’idea che contenesse tanti aromi a loro sconosciuti. Non riuscivo a far capire al mio pubblico cosa fosse il Tai Rosso.

Allora ho iniziato a parlare di emozioni, di ricordi, di tradizioni vicentine. Capivano le tradizioni? Si, perchè creavano empatia e per un motivo o per un altro trovavano similitudini con le loro.

Avevo colpito nel segno.

Perché ci ostiniamo a raccontare il vino tramite gli aromi, o ancor peggio, citando la temperatura di fermentazione o il periodo di vendemmia?

Nel Tai Rosso si sente la fragolina di bosco. Ma in quanti altri vini in giro per il mondo la posso ritrovare?

Ecco, l’epifania di Joyce.

Per me il vino doveva smettere di essere un insieme di aromi. Il vino doveva essere un’emozione, un momento preciso da vivere.

Il Tai Rosso non è fragoline di bosco, prugna, lamponi ecc. Il Tai Rosso è il vino che si fa bere sia a pranzo che a cena. E’ un vino che ricorda una camminata di inizio estate in collina. Il Tai Rosso è una cena con amici seduti fuori in giardino, con candele e una tavola imbandita di tapas, magari. E’ un vino divertente, profondo ma leggero. E’ quell’amico che c’è sempre quando hai bisogno, che sa ascoltare con serietà ma che improvvisamente sforna una battuta improponibile che ti fa svoltare l’umore.

Ecco, questo è per me il Tai Rosso. Io l’ho conosciuto così prima di apprezzarne successivamente le sfumature di fragoline di bosco, di prugna o di lampone.

Diciamo che il vino è emozione. E allora forza, mettiamola sul tavolo.

Come può un aroma di fragolina essere emozionante? Lo diventa nel momento in cui lo abbino alla passeggiata fatta con il nonno che le raccoglieva dai rovi per me quando ero bambina e io, con le mani paffute tutte sporche, me le mangiavo alla velocità della luce.

Foto di Kasey McCoy su Unsplash

Ho lavorato in cantina e di turisti e clienti ne ho serviti tanti. Non ricordo che qualcuno mi abbia mai chiesto se avevamo un vino con sentori di questa benedetta fragolina di bosco… Però mi chiedevano un vino per una serata speciale, per una cena tra amici o per un compleanno ecc.

Il vino non è fatto di aromi. Né di temperatura di fermentazione. Viene da lì ma chi compra una bottiglia vuole ben altro. Io cerco altro.

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