Il mio pranzo di domenica è stato in un locale di tapas, semplice, curato, con una grande selezione di vini in vendita. La loro filosofia abbraccia il vino naturale, con proposte provenienti da tutta Italia e qualche chicca dall’estero.
Vedevo calici passare ovunque: alcuni di vino, altri di spritz (ricordo che vivo in Veneto, quindi lo spritz è un classico), e poi cocktail come Hugo, Mojito, ecc.
E mi sono chiesta: come si fa a fare “educazione” sul vino in contesti come questo?
Mi spiego meglio.
Decine di persone da servire, alcuni magari appassionati, altri semplici “bevitori”, come mi piace chiamarli. Ritmi veloci da mantenere, perché diciamocelo: alla fine della giornata bisogna fare i conti.
Dicevamo… vino naturale. Parlando con vari produttori, tutti hanno sempre evidenziato il valore della loro storia e la produzione secondo una filosofia “naturale”. Ma in questo contesto? Come si fa? Non c’è neanche il tempo di respirare, figuriamoci parlare di lieviti, fermentazioni o altro.
Noi vogliamo reinventare il mondo del vino e la sua comunicazione, ma alla fine della giornata, bisogna riempire la cassa per pagare camerieri, affitti e tutto il resto.
Ho capito, per l’ennesima volta, che il produttore deve vedere il proprio cliente , in questo caso il ristorante, come un vero brand ambassador.
Partire dai propri clienti, bar, ristoranti, distributori, importatori: questa è una delle chiavi.
Educare loro, far comprendere prima di tutto a loro il valore del prodotto e i valori del brand.
So già cosa mi direte: “Io vendo al distributore, poi è lui che deve fare il resto. Non posso fare altro.”
Ripetiamo insieme: il distributore va supportato! Il distributore va supportato! Il distributore va supportato!
Come? Ecco alcuni esempi:
1. Chiedere al distributore di fare più affiancamenti possibile: un distributore che si sente supportato non ti lascerà.
2. Un marketing operativo sulla bottiglia che faciliti la vendita.
3. Attività “umane” rivolte ai clienti del tuo distributore. Sono sincera, qui molti produttori inciampano rovinosamente. Ho visto pochi capire il valore dei gesti umani. Spesso non si va oltre lo sconto o il pagamento dilazionato come segno di gratitudine per il lavoro svolto.
4. Investire nella comunicazione per rafforzare il brand e, indirettamente, aiutare il tuo cliente a vendere.
Creatività. Apertura mentale. Supporto.
Riflessioni di una domenica dal sole timido ma ancora caldo, seduta ad un tavolo di un ristorante, con la mente di una venditrice/marketer.
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